Aziende

Caro-energia, bollette alle stelle e non solo

29 Settembre 2022

I rischi? Stop alla produzione e agli investimenti. L'allarme di Alex Caramaschi, membro del cda di CLM srl

Il caro-energia riguarda direttamente le bollette, che continuano a crescere. Alla CLM srl lo hanno sperimentato con chiarezza. Per l’energia elettrica a luglio la spesa è stata di oltre il 170% in più rispetto al luglio del 2021. In un anno un balzo da 18.000 euro a circa 50.000 euro al mese. Ma le conseguenze sono anche altre. La prima: una contrazione della redditività, con i margini erosi dai costi energetici. Una situazione che riduce le possibilità di investimento dell’azienda. La seconda: il rischio che fornitori particolarmente energivori si debbano fermare, facendo mancare componenti fondamentali e costringendo anche CLM srl a uno stop temporaneo. A spiegare le conseguenze concrete del caro-energia e i possibili effetti sul breve periodo è Alex Caramaschi, consigliere di amministrazione di CLM srl, che assieme ai soci Attilio Morandi ed Eros Ferraro guida la società. L’impresa di Bolzano produce componenti meccaniche di alta precisione e gruppi meccanici industriali per clienti come ZF o Iveco e dà lavoro a circa 50 persone.

Come è cambiata la bolletta dall’estate dell’anno scorso a quella di quest’anno?

Noi abbiamo un consumo significativo di energia elettrica, mentre il gas non ha una incidenza rilevante sulla produzione. I nostri consumi, che nel 2021 erano stati di 750.000 kilowattora, nel 2022 fino ad agosto hanno superato i 576.000 kilowattora e riteniamo che chiuderemo l’anno sopra gli 800.000 kilowattora. Ebbene, il tema dei costi è sempre più presente. Basti pensare che a luglio del 2021 avevamo speso 18.700 euro per la bolletta elettrica, cifra passata nel luglio del 2022 a 50.235 euro, quasi triplicata. E agosto non sarà da meno.

Che effetto ha tutto questo sulla produzione e sull’azienda in generale?

Il tema centrale è, accanto all’aumento dell’energia, l‘impossibilità di sapere con certezza l’entità dei costi energetici e il loro impatto sui costi di produzione, visto che la bolletta arriva il mese dopo il consumo. Così, però, è difficile anche fare dei preventivi di costo affidabili per i clienti. Noi prendiamo un ordine con 2-3 mesi di anticipo rispetto al momento della produzione del macchinario da fornire al cliente. Con l’andamento attuale dell’energia così mutevole e impossibile da prevedere, non si riesce a stare all’interno dei preventivi e il processo produttivo ha costi dunque superiori a quelli inizialmente previsti. Il valore del kilowattora in bolletta, per capire, è passato dagli 0,387 euro a gennaio ai 0,65 euro al kilowattora ad agosto. Un aumento che si somma a quello delle materie prime, già iniziato a fine 2021, che quasi mai può essere ribaltato sul committente finale. E che quindi viene assorbito dalla redditività, ossia erode gli utili aziendali.

Una fase di lavorazione alla CLM srl di Bolzano

Che conseguenze ha la riduzione degli utili di impresa?

Molto semplicemente, ciò va purtroppo a incidere sulla capacità dell’azienda di fare investimenti o di redistribuire la ricchezza creata ai collaboratori, con nostro grande dispiacere perché chi lavora con noi è parte del successo della nostra impresa. Non significa che ci asteniamo dal mettere in atto tali due azioni, ma l’entità degli stessi viene purtroppo a essere di minore intensità rispetto a quanto faremmo in tempi ordinari. Basti un numero: negli ultimi 2 anni abbiamo investito in azienda più dei precedenti 10 anni, con un volume di investimenti pari a circa il 40% del nostro fatturato.

Alcune aziende energivore hanno già prospettato uno stop temporaneo, ciò potrebbe condizionare anche la vostra attività futura?

Se le energivore che producono componenti per noi fondamentali, si fermano per il caro-gas, e non ci forniscono più parti necessarie per produrre, anche noi dovremmo fermare la produzione. Il problema è quello dell’imprevedibilità nell’andamento dei costi energetici e sul loro fortissimo aumento. Tutto ciò ribaltato su chi usa tanto gas come acciaierie o produttori di plastica e vetro è un grande problema. Alcuni nostri fornitori ci hanno infatti già detto che, se entro settembre non arriva un tetto al prezzo del gas, saranno costretti a bloccare l’attività. Ciò avrà una conseguenza anche per le famiglie: senza pezzi di ricambio per un camion che si guasta o per una cella frigo, anche il trasporto di beni alimentari ne risentirà con problemi di approvvigionamento ai supermercati ad esempio. Il paradosso è che il mercato in cui operiamo ci sta chiedendo anche per il 2022 un aumento di volumi e riteniamo che, senza stop forzati, chiuderemo l’anno con un aumento di fatturato, anche se con una redditività in calo come detto a causa dei costi energetici in aumento. In Italia e Germania continuiamo a crescere, ad esempio grazie all’acquisizione di nuovi clienti nel mondo tedesco e a commesse importanti nel settore della nautica o dei macchinari industriali.

Nel vostro caso oltre al caro energia c’è anche il tema del caro-materiali: che azioni avete messo in campo o metterete in campo per contrastarlo?

Per il caro-energia le azioni messe in campo attraverso gli investimenti continui riguardano un rinnovo costante dei macchinari di produzione. Le nuove generazioni sono costantemente più efficienti, consumano meno energia e sono sempre più attente all’ambiente. Per il caro-materiali, partito quasi un anno fa, quando le condizioni lo hanno reso possibile, abbiamo fatto scorte di magazzino di materie prime.

Che tipo di soluzione vi aspettate/auspicate dalla politica europea, italiana e altoatesina per contrastare il caro-energia?

Ritengo che le sanzioni Ue alla Russia per la guerra siano politicamente corrette e condivisibili, ma occorre che Ue e Italia mettano mano a misure per ridurre gli effetti che ne derivano sul fronte del caro-energia. Svincolare il costo dell’energia dal costo del gas, in questo senso, è la prima cosa da fare. Occorre poi mettere un tetto al prezzo del gas e dell’energia elettrica, in modo tale che si possa fare una previsione certa dei costi. L’incertezza incide negativamente sulle decisioni di investimenti di imprese e famiglie. Lo Stato italiano, poi, dovrebbe intervenire attraverso sgravi fiscali per mettere liquidità in tasca alle imprese e alle persone, togliendo dalle imposte che il singolo o l’azienda deve versare l’esborso aggiuntivo per l’energia sopportato nel corso del 2022. Ad esempio: se una famiglia deve versare al fisco 10.000 euro di imposte e ha dovuto versare 1.000 euro in più per l’energia nel 2022, la quota di tasse da pagare sarà di 9.000 euro.