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Una sostenibilità da Nobel

14 Novembre 2022

Il Centro di competenza di Unibz al servizio dell'economia altoatesina

Essere sostenibili per le imprese è sempre più importante. Lo chiedono i fornitori, inizieranno a farlo anche le banche, lo considerano un fattore determinante investitori e clienti, oltre che i potenziali nuovi collaboratori. Comprendere i capisaldi e i principi della sostenibilità è quindi fondamentale. Così come capire quanto una produzione o un progetto li rispettino o possano essere modificati per poterli soddisfare. In questo contesto uno strumento utile alle imprese per entrare a fondo nella materia e capire come affrontarla è il neocostituito Centro di Competenza per la sostenibilità economica, ecologica e sociale della Libera Università di Bolzano. Nel Comitato scientifico conta il premio Nobel per l’economia, lo statunitense Robert Engle. Il direttore è il professore ordinario di Economia aziendale all’Università di Bolzano Massimiliano Bonacchi cui abbiamo chiesto di illustrare le opportunità del Centro per l’economia e le imprese altoatesine.

Professor Bonacchi, quali obiettivi persegue il Centro per la sostenibilità?

Il Centro percorre due strade per supportare i principi della sostenibilità in campo economico, ambientale e sociale. La prima: diffondere la cultura della sostenibilità nella società altoatesina e nelle imprese, a partire dai e dalle manager. Vogliamo cioè creare formazione e consapevolezza sui temi dello sviluppo sostenibile. La seconda: aiutare le aziende ad attuare una transizione ecologica sostenibile.

In che modo?

Da un lato tramite incontri ed eventi sui temi della sostenibilità, come quello che si terrà il prossimo 16 dicembre con George Serafeim che presenterà un testo come “Purpose & Profit” assieme a rappresentanti del mondo bancario delle utility e dell’industria altoatesina. Dall’altro facendo ricerca e producendo output scientifici che possano mostrare al mondo dell’economia altoatesina in che modo si affrontano concretamente i temi della sostenibilità in altre parti del mondo. Penso ad esempio a Gucci equilibrium che ha elaborato un sistema per misurare gli impatti della catena del valore, dai fornitori al prodotto finito.

Quali le opportunità concrete per le imprese?

Non siamo un organismo che possa fare consulenza. Ma se una o più aziende vogliono mettere in campo progetti per migliorare la propria sostenibilità o verificarne il proprio livello, siamo in grado di fornire le ampie e variegate competenze delle diverse facoltà del nostro ateneo. Il Centro punta di fatto a essere un hub che mette in contatto sul tema della sostenibilità il mondo delle imprese con le tante competenze dell’Università. Vorremmo fungere da servizio e punto di contatto per le istituzioni pubbliche e private altoatesine per fornire competenze a sostegno di progetti sostenibili.

Può fare un esempio?

Penso a una impresa che voglia misurare il carbon footprint della propria produzione o incentivare la biodiversità nel territorio in cui opera. O misurare in modo preciso le esternalità ambientali della propria catena di produzione, partendo dai fornitori per arrivare al prodotto finito e alla sua commercializzazione. Grazie ai dati forniti da una azienda, da un distretto o da un comparto produttivo, si riesce a verificare a che punto è l’adeguatezza dell’azienda rispetto agli obiettivi della sostenibilità o a dare gli input per attivare progetti di sostenibilità.

Sostenibilità è una parola di tendenza: concretamente qual è la sua importanza per le imprese?

Premessa: la valutazione della propria sostenibilità sta diventando quello che la certificazione Iso era 20 anni fa: prima era poco diffusa tra le imprese e ora di fatto è un imperativo. Per questo ritengo che una impresa debba fare una scelta consapevole su tale tema. La sostenibilità, cioè, deve essere alla base della strategia aziendale per permettere di inquinare meno, e crescere restando profittevoli nel lungo termine.

Quindi essere sostenibili e competitivi non è contraddittorio, giusto?

Sì, anzi, essere sostenibili è un elemento fondamentale per poter restare sul mercato. Faccio due esempi. Le banche chiederanno con sempre maggior forza i report di sostenibilità per misurare di fatto la rischiosità non solo in termini finanziari ma anche ambientali e sociali dell’impresa e quindi poterla valutare all’atto di decidere se erogare o meno un finanziamento. Dall’altro, anche i committenti che si appoggiano ai fornitori chiedono a questi ultimi di essere sostenibili e di dimostrarlo per poterne misurare l’affidabilità e l’adeguatezza

Il Centro di competenza è nato a inizio settembre, come evolverà?

.La struttura oggi ha il board in cui siedo io con Aart van Bezooijen e Camilla Wellstein, un comitato scientifico presieduto da Athanassia Athanassiou, in cui sono presenti il professor Engle e Martin Gerzabek e il comitato degli stakeholders composto da Klaus Egger, Elisabeth Ladinser e Paolo Vanoni. Il Centro intende svilupparsi assieme agli attori del territorio. Per adesso, in vista c’è il recruiting di due docenti, uno con formazione economica e uno con formazione ingegneristica che si occuperà di rinnovabili e idrogeno.

Il premio Nobel Engle alla presentazione del Centro per la sostenibilità Credits: @unibz