Persone

Mercato del lavoro, istruzioni per l’uso

7 Aprile 2023

Dopo la pandemia il rapporto tra offerta e domanda è radicalmente diverso. I consigli e le innovazioni di Randstad per affrontare il cambiamento

Il cambiamento si stava manifestando anche prima della pandemia. Ma dopo il Covid il rapporto tra chi offre e chi domanda lavoro si è modificato profondamente. Con entrambe le parti che sono passate a comportamenti e aspettative molto diverse, come testimonia, tra l’altro, il caso delle Grandi dimissioni, codificato prima negli Usa e poi nel resto del mondo. In particolare sono i giovani ad essere oggetto di grande attenzione da parte di chi si occupa di lavoro. Come le filiali Randstad di Bolzano, Merano e Bressanone che, da ormai sette edizioni, organizzano Job Speed Date per avvicinare imprese a studenti e studentesse dell’ultimo anno della maturità. A Carlo Benuzzi, responsabile per l’area Trentino Alto Adige e a Lorena Travaglini, recruiter presso la filiale di Bolzano città abbiamo chiesto come datori di lavoro e aspiranti collaboratori possono trovare più facilmente un linguaggio comune e incontrarsi.

Come è cambiato il mercato del lavoro altoatesino in questi anni anche a seguito del Covid?

Carlo Benuzzi

Occorre considerare un dato di fatto che riguarda la scarsità di talenti. Non possiamo più parlare di emergenza, bensì di una caratteristica strutturale, che è qui per restare. Pensiamo solo al calo della natalità e quindi al fatto che ci saranno sempre meno giovani. Così diventa difficile sostituire chi esce dal lavoro attivo per andare in pensione.

Come è cambiato l’approccio delle imprese rispetto a chi cerca lavoro?

La carenza di talenti con le qualifiche adatte ai posti vacanti ha fatto sì che le aziende si concentrino più sulle soft skills di chi invia il curriculum. Tale tendenza è cresciuta con forza negli ultimi due-tre anni. Perché ciò accade? Per il fatto che le hard skills sono sempre meno presenti e per questo le imprese hanno attivato dei sistemi di formazione continua dedicati a far acquisire le competenze tecniche ai neo-assunti.

Su cosa si concentrano i recruiter nei confronti dei candidati, quindi?

Verificano, in particolare, se nel candidato o nella candidata riscontrano valori come responsabilità e flessibilità, attitudine a fare squadra, crescere, formarsi guardare con pragmatismo al proprio futuro in azienda. Fondamentale poi è che chi si presenta abbia competenze trasversali. Un bravo recruiter riesce a leggere tra le righe dei curriculum, che spesso sono molto simili, e trova conferma alla propria ipotesi durante il colloquio.

Il team Randstad presente all’evento del Job Speed Date. Primo da sinistra Benuzzi, seconda da destra Lorena Travaglini

Cosa va inserito dunque nei curriculum che possa essere considerato positivamente?

Oltre alle informazioni consuete, è importante per i giovani ancora in età scolastica inserire le esperienze che vanno oltre la formazione. Ad esempio, se in estate si è lavorato, se si pratica sport parallelamente alla scuola, se si è investito su se stesso con corsi di lingua, permanenze all’estero o attività di volontariato.

C’è un modo migliore di un altro per il candidato di approcciare il colloquio di lavoro?

Le aziende apprezzano molto se già chi si presenta ha delle conoscenze della loro attività. Una delle domande tipo infatti è: “cosa sai di noi?” A cui seguono altre come: “dove ti vedi tra 5 anni?” Se un candidato risponde che pensa di diventare una figura di riferimento, come un manager di alto livello, deve poi essere in grado di fronteggiare la domanda successiva che gli viene rivolta, ovvero: “come pensi di arrivarci?”

Una fase del Job Speed Date

Cambiando prospettiva: dopo la pandemia cosa considerano importante i giovani in un potenziale datore di lavoro?

Le aspettative sono cresciute, sono più consapevoli ed esigenti. Non chiedono solo un posto di lavoro e un salario. Vogliono capire. Uno dei principali fattori nella scelta di un’azienda è la possibilità di crescere professionalmente, di fare strada e avere  una formazione specifica. Ma le persone oggi puntano anche a un ambiente di lavoro inclusivo e flessibile che offra soluzioni di welfare all’avanguardia e sistemi di conciliazione vita-lavoro.

Anche il dialogo tra aziende e giovani candidati ha sempre bisogno di nuove modalità di comunicazione?

Sì e in questo senso va anche il Job Speed Date che quest’anno è arrivato alla settima edizione. Rispetto alla prima volta, la partecipazione delle imprese è cresciuta molto. Quest’anno ci sono state 13 aziende e 66 maturandi dell’Iti Galilei di Bolzano che hanno dialogato tra di loro. Il confronto dura pochi minuti, ma non deve ingannare. La giornata finale è frutto di un lavoro che come agenzia del lavoro realizziamo assieme alle scuole. Gli studenti che arrivano allo speed date vengono preparati al colloquio e sono selezionati in base alle competenze richieste dalle imprese. Dopo il primo colloquio, le aziende normalmente ne attivano uno o due successivi. E dopo la maturità una bella fetta dei candidati entra in azienda con un contratto.