Aziende

Un’infrastruttura per cento anni

22 August 2023

Strabag risana il secondo ponte più lungo su strada provinciale in Alto Adige. Una operazione all’insegna della sostenibilità in tutti i sensi

Da quando è stato realizzato, tra il 1962 e il 1965, ha visto passare già oltre 60 anni di storia. Il Ponte 15 Castel d’Ultimo nel Comune di San Pancrazio si appresta ad avere una seconda vita di almeno 100 anni. Merito del cantiere consegnato nel marzo del 2022 e in attività fino a fine giugno del 2025, quando è prevista la conclusione dei lavori. Sul tratto di strada sospesa, lunga 158 metri e nata con lo scopo di collegare i Comuni di Lana e San Pancrazio, sta operando Strabag Spa. L’impresa, esecutrice dei lavori appaltati dalla Provincia di Bolzano, ha attuato scelte innovative nella realizzazione dell’opera.

Circolazione garantita, risanamento più duraturo

Rispetto al progetto inziale, è stata proposta e realizzata una deviazione provvisoria a doppia corsia lungo il tracciato della vecchia strada provinciale su cui deviare il traffico durante i lavori di risanamento del ponte. È stata così garantita la continuità del traffico tra i due Comuni sul tratto interessato dai lavori. La scelta ha permesso di intervenire su tutti i singoli elementi strutturali del ponte (come l’arco e le colonne di sostegno), demolendoli e ricostruendoli ex novo. In questo modo la nuova struttura, con un arco in calcestruzzo armato sul quale verranno montate le pile e l’impalcato in acciaio di nuova realizzazione, avrà una vita utile di 100 anni.

La deviazione stradale consente di non interrompere la circolazione durante il periodo dei lavori

Le fasi del risanamento

Un rendering dell’opera una volta completato il risanamento

Prima è prevista la demolizione dell’attuale opera, che lascerà in piedi temporaneamente il solo arco del ponte, sul quale, a seguito degli interventi di adeguamento delle fondazioni esistenti tramite barre Gewi, volte a cucire l’ammasso roccioso, verrà realizzato il nuovo arco in calcestruzzo armato, utilizzando l’esistente come cassero a perdere e successivamente verranno realizzate le nuove pile ed il nuovo impalcato in acciaio. Una scelta ingegneristica e costruttiva all’avanguardia che va nella direzione della sostenibilità. Il materiale usato è infatti meno vulnerabile rispetto agli agenti atmosferici, ha una durata stimata in un secolo, e a fine vita ha una percentuale di riciclabilità più elevata oltre a permettere una contrazione dei tempi di costruzione.

I moduli costruiti altrove e collocati in loco

La richiesta della Provincia di avere un manufatto monolitico ha comportato la realizzazione in un’area di cantiere apposita dei 15 moduli – realizzati assemblando travi principali, traversi primari e secondari e i profili di contenimento del getto – che saranno poi trasportati nel luogo della nuova opera e qui collocati nella posizione prevista dal progetto.