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Dal vino ai dati per l’AI

30 April 2025

Riccardo Zorzoni, originario della Valpolicella ha da sempre due passioni ereditate in famiglia: i vigneti e l’informatica. La seconda lo ha portato a diventare Head of AI in Würth Italia

Dal vino ai dati, sempre all’insegna della passione per il proprio lavoro e della voglia di conoscere quanto di innovativo si muove nel mondo. Riccardo Zorzoni, classe 1996, è originario della Valpolicella, terra di grandi vini e grandi coltivatori di vigneti. Tra le due passioni, apprese in famiglia, ovvero vino e informatica, per ora ha scelto la seconda senza dimenticare gli insegnamenti della prima. Lo abbiamo incontrato a uno degli eventi delle scuole organizzato da Confindustria Alto Adige della serie Shaping our future e gli abbiamo chiesto di raccontarci come è approdato nel campo dell’AI in Alto Adige e come viene applicata concretamente l’Ai  in Würth Italia.

 

 

Ci racconta un po’ della sua formazione e della sua prima attività?

Io provengo dalla Valpolicella, nel Veronese. Qui, parallelamente alla frequenza del liceo e dell’università, ho iniziato l’attività prima di agricoltore, poi di viticoltore, una delle attività che vengono svolte dalla mia famiglia.

 Inizialmente quindi c’è stata l’attività in agricoltura, come è nata la passione per l’informatica?

La curiosità per l’informatica è nata durante le scuole medie ed è stata portata avanti in parallelo con le altre attività. Mio padre, poi, è programmatore, e quindi tale materia, per così dire, l’ho respirata anche in casa. Dopo l’esperienza in agricoltura mi sono orientato prima sulla laurea triennale in Information Engineering e poi sulla specialistica in Data Science. 

Come è approdato in Alto Adige?

Riccardo Zorzoni

Subito dopo la laurea a Trento, nel 2021 sono entrato in Würth Italia dove sono al mio primo impiego. In particolare, nel reparto dedicato alla Data Intelligence sviluppatosi a partire dall’ufficio statistiche attivo già 30 anni fa. Oggi siamo in 23 persone nel reparto, con una crescita a velocità molto rapida.

 

Come è cresciuto negli anni il reparto?

Negli anni ci si è strutturati sempre di più: nel 2015 è stato costituito il team di Data Engineer che si occupa della gestione del dato, nel 2018 si è deciso di partire con progetti che riguardassero i Big Data e l’Intelligenza Artificiale. 

Lei è responsabile dell’Intelligenza Artificiale, come viene utilizzata in Würth Italia?

Premetto che oggi si sente parlare spesso di intelligenza artificiale e interagiamo con essa nella vita di tutti i giorni, pensiamo ai suggerimenti su nuovi libri o film che ci arrivano direttamente dalla smart tv o dal sito on line che stiamo scorrendo. Insomma, l’AI sta rivoluzionando le modalità del marketing.  E anche in Würth Italia si va in questa direzione. Per esempio: aiutiamo i collaboratori e collaboratrici ad automatizzare attività meccaniche e ripetitive o il cliente a trovare il prodotto giusto per le proprie esigenze.

Ci può fare un esempio di come applicate l’AI in pratica?

Abbiamo realizzato Maia (acronimo che sta per My Artificial Intelligence Assistant), un progetto basato su un chatbot che aiuta il cliente a trovare le risposte giuste rispetto alle domande sul nostro negozio online, così come spedizioni e ordini. Il livello di risposte automatizzate è stato del 96%, ma il 4% è stato gestito dai colleghi e dalle colleghe. E questo mi porta a una riflessione sull’AI.

Quale sarebbe?

Che l’elemento umano sarà sempre necessario. Noi, infatti, non cerchiamo di sostituire l’intelligenza umana attraverso l’AI, ma cerchiamo di capire cosa possiamo delegare all’Intelligenza Artificiale  al fine di migliorare la qualità del lavoro delle persone. Allo stesso tempo, questo permette di capire in quali ambiti l’essere umano è migliore e può dare un valore aggiunto rispetto all’AI.