Persone

Come le donne cambiano le imprese

21 Maggio 2023

Le imprenditrici chiedono spazio: "Nuove idee per rispondere a nuove sfide".

In Italia appena il 12,2 per cento delle imprese sono a conduzione prevalente o esclusiva femminile. Fa meglio l’Alto Adige, ma il 18,2 per cento di imprese a conduzione femminile non sono ancora un numero sufficiente. La buona notizia è che il loro numero è in continuo aumento. A Bolzano, presso la sede della Markas, impresa che ha valori come “diversity” e “inclusion” ben impressi nel suo dna, si sono ritrovate a discutere una settantina di imprenditrici e dirigenti di azienda (nella foto in apertura le protagoniste dell’incontro: Sonja Weis, Verena von Dellemann, la giornalista Anna Saccoccio, Manuela Bertagnolli, la curatrice del libro “She leads”, Silvia Pagliuca, ed Evelyn Kirchmaier).

 

Colmare il gap occupazionale tra uomini e donne

Evelyn Kirchmaier

“Molto sta cambiando, ma si può fare però ancora di più e meglio. Il tasso di occupazione maschile in Alto Adige sfiora l’80 per cento, mentre quello femminile è ancora sotto il 70. Recuperare almeno parte di questo gap sarebbe il modo più semplice e veloce di controbilanciare la carenza di manodopera che tocca tutte le nostre imprese”, ha spiegato la padrona di casa Evelyn Kirchmaier, direttore generale di Markas e Vice-Presidente di Assoimprenditori Alto Adige con delega al Lavoro e all’Imprenditoria femminile.

 

 

La sfida di conciliare famiglia e lavoro

Manuela Bertagnolli

Manuela Bertagnolli, presidente del Gruppo dei Giovani Imprenditori, ha invitato le imprenditrici ad assumersi responsabilità all’interno di organi direttivi: “Noi donne siamo tentate di chiederci troppo spesso se ce la faremo. La verità? Riuscire a conciliare famiglia e lavoro è una sfida quotidiana e non sempre ci si riesce. Ma questo in realtà vale per tutti. Quindi il mio consiglio è: buttatevi e vedrete che ne vale la pena”. Bertagnolli ha parlato della sua esperienza personale: “Nel consiglio direttivo dei giovani imprenditori siamo in 14: sette donne e sette uomini. La presenza di punti di vista diversi amplia il nostro orizzonte, arricchisce il confronto e facilita lo sviluppo di nuove idee”.

 

Team misti, un valore aggiunto

Verena von Dellemann

Il valore aggiunto di team “misti” è stata sottolineata anche da Verena von Dellemann, responsabile risorse umane di Gruber Logistics. “In passato i leader di un gruppo erano quelli che erano i più bravi nel loro lavoro. Ora sono quelli che sanno gestire e tirare fuori il meglio dai loro team. È questa una delle abilità principali che saranno richieste in futuro ed è un vantaggio anche per le donne. Anche se non si può generalizzare, le donne sono normalmente più empatiche, però hanno meno coraggio ad assumere ruoli dirigenziali. Forse dipende dal fatto che già da bambini veniamo educati in un certo modo. I genitori sono più apprensivi con le bambine, hanno paura che si facciano male più di quanta non ne abbiano coi figli maschi.  Per questo è importante che le donne che riescono a raggiungere certe posizioni facciano da facilitatrici anche per altre. Il network che si riesce a costruire in questo senso è fondamentale”.

 

Servizi per la genitorialità fondamentali (anche per i papà)

Sonja Weis

Parole confermate anche da Sonja Weis, titolare della Weis Consulting, che ha raccontato di come abbia deciso di mettersi in proprio: “La decisione è arrivata quando ho capito che non era necessario che sapessi fare tutto io, ma che – al contrario – si può chiedere aiuto”. Weis ha poi parlato del suo ruolo come presidente della cooperativa sociale “Kinderfreunde Südtirol”: “Ho imparato quanto sia importante offrire servizi per la genitorialità, alle donne ma anche agli uomini. Anche da parte delle imprese, non vanno visti come un costo ma piuttosto come un fringe benefit che si offre ai propri collaboratori e alle proprie collaboratrici. E a chi mi dice che nella sua azienda lavorano poche mamme, rispondo che questi servizi possono – e dovranno sempre di più – essere un servizio in più anche per i papà”.