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Export, nuovi mercati crescono

19 Dicembre 2025

Di fronte alle incertezze geopolitiche, le imprese cercano sbocchi alternativi ai Paesi tradizionali. L'avanzata di Africa, America centro-meridionale e Arabia Saudita.

Le esportazioni altoatesine sono lo specchio del contesto geopolitico e riflettono le tendenze dell’economia mondiale. Negli ultimi anni, le vendite di prodotti e servizi all’estero sono cresciute costantemente. Le imprese, in particolare quelle manifatturiere che trainano l’export da record dell’Alto Adige e ne realizzano la stragrande maggioranza (l’85% nei primi nove mesi), sono state in grado di innovare le proprie strategie e di superare le numerose fasi sfidanti. Se guardiamo solo agli anni 2000, esse hanno saputo affrontare con successo la crisi Lehman del 2008, quella dell’euro degli anni ’10, e più recentemente il Covid nel 2020 e le incertezze dovute alla guerra in Ucraina da inizio 2022 a oggi.

Nel 2025 si aggiunge la complicazione dei dazi Usa

Nel 2025, dopo gli annunci dell’anno precedente, l’amministrazione Trump degli Usa ha introdotto un sistema di dazi, non senza elementi di grande incertezza durante le trattative, che hanno influito con andamenti anomali sull’export mondiale e su quello altoatesino in particolare, Nel 2025 è diventata ancora più evidente la difficoltà della Germania ad assorbire prodotti da altri Paesi Ue. I dati dei primi nove mesi, e in particolare del terzo trimestre, indicano chiaramente alcune tendenze che restano comunque sotto osservazione per i prossimi mesi e anni.

Primi nove mesi dell’anno stabili grazie alla diversificazione

Nei primi nove mesi dell’anno l’export dell’Alto Adige ha registrato dati di fatto stabili. Se tra gennaio e settembre del 2024 erano state esportate merci per un valore di 5,827 miliardi di euro, quest’anno nello stesso periodo la cifra era pari a 5,810 miliardi di euro (-0,8%). La diminuzione contenuta è frutto della capacità delle imprese di diversificare i mercati, assorbendo il calo dei due mercati principali, ovvero Germania e Austria, e i primi segnali dei dazi Usa. In ogni caso l’Italia va però in controtendenza: le esportazioni nazionali certificate dall’Istat sono cresciute nei primi nove mesi del 3,6% toccando una quota vicina ai 480 miliardi di euro. Il terzo trimestre 2025 si avvicina ai 2 miliardi con un aumento del 2% sullo stesso trimestre del 2024.

I due mercati principali faticano

Nei primi nove mesi faticano i mercati principali di sbocco delle merci altoatesine. La Germania ha assorbito il 12% in meno di esportazioni dall’Alto Adige, scendendo da quasi 1,9 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2024 a meno di 1,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2025. Il peso sull’export totale scende sotto il 30%, soglia che normalmente viene superata dal mercato tedesco. Simile l’andamento anche per l’Austria: l’export è calato dell’8,4% in nove mesi, ovvero di 51 milioni di euro e una discesa a meno di 560 milioni di euro. Ricordiamo che Germania e Austria rappresentano circa il 40% delle esportazioni altoatesine. Il peso sul totale è calato in un anno da quasi il 12% a poco più del 10%.

Il caso particolare degli Usa

Gli Stati Uniti rappresentano un caso particolare. A prima vista i primi nove mesi fanno segnare un aumento delle esportazioni dall’Alto Adige, pari a oltre il 18% per un totale di 444 milioni di euro. L’incremento si concentra tutto nei primi due trimestri. Nel terzo in cui i dazi Usa si sono consolidati per percentuali e merci interessate, l’export è calato di oltre il 4%. Il peso sul totale degli Usa, terzo mercato dopo Germania e Austria, cala dall’8,6% al 7,8%.

La crescita dei nuovi mercati

La tendenza a diversificare i mercati di sbocco dell’export è consolidata nelle imprese altoatesine. Il dato si conferma anche nei primi tre trimestri del 2025. Cresce l’export verso i Paesi del Mercosur (+48% a circa 45 milioni di euro nei primi nove mesi), verso l’Africa settentrionale (+32% nei primi nove mesi dell’anno per quasi 50 milioni di euro) o verso l’Arabia Saudita (+20% a 73 milioni di euro) e il Medio Oriente (+15% a 194 milioni di euro nei primi nove mesi) e il Messico (+97% a 77 milioni di euro) assieme a tutta l’America Centro-Meridionale.

Bene tessile, chimica e gomma-plastica

I primi nove mesi dell’anno evidenziano il fatto che avere prodotti innovativi e high-tech in comparti differenti aiuta ad assorbire gli shock geopolitici. A fronte di un calo delle esportazioni per il settore degli apparecchi elettrici (-35% a 738 milioni di euro) e dei mezzi di trasporto (-18% a 511 milioni di euro), il periodo gennaio-settembre registra un aumento delle vendite all’estero per i prodotti tessili (+5% a 183 milioni di euro), della chimica (+35% a 75 milioni di euro), della gomma-plastica (+10% a 218 milioni di euro).